I trabocchi oggi
Le vacanze mare sulla costa d'Abruzzo: i trabocchi
oggi.
Oggi quest’attività è stata abbandonata in quanto non più redditizia e di
conseguenza gli stessi trabocchi sono lasciati all’abbandono e all’incuria tanto
da subire danni che rischiano di farli scomparire completamente. Negli anni
scorsi a Vasto due sono stati quasi completamente distrutti: uno a causa di un
incendio, forse doloso, e un altro per una forte mareggiata. Quest’ultimo era
addirittura ultracentenario dal momento che le prime testimonianze parlano del
1899 come anno della sua costruzione in località San Nicola. Anche un altro
celebre trabocco, quello del Turchino, nei pressi di San Vito Chietino, è stato
distrutto da una violenta mareggiata nel 1964. Successivamente è stato
ricostruito sullo stesso sito. In quest’ottica e proprio per evitare la perdita
di un patrimonio storico e tradizionale, la Regione Abruzzo ha emanato
alcuni anni fa una specifica legge per il recupero e la valorizzazione
dei trabocchi. In pratica la legge speciale n° 33 del 1994, dichiarata
urgente dalla Regione stessa, prevede un censimento e, soprattutto, lo
stanziamento di fondi per la realizzazione di progetti di
ristrutturazione presentati da soggetti pubblici e privati. In
particolare la Regione definisce i trabocchi “beni culturali primari”
e considera da preservare anche “il loro intorno, compreso il tratto
di mare che concorre a formare il <quadro d’insieme>”. Recentemente la
Regione è tornata sulla materia emanando la legge 16 del febbraio
2000, che prevede un’ulteriore agevolazione includendo le concessioni
demaniali per i trabocchi nell’elenco delle “strutture ricettive ed
attività ricreative e sportive”.
Oggi molti dei circa trenta documentati nel passato tra Ortona a Vasto sono
ormai spariti o in decadenza. Alcuni calcoli risalenti ai primi anni del
novecento addirittura ne contavano circa 50, considerando anche i 22 eretti
lungo gli argini dei fiumi Pescara e Trigno. I più antichi o uno dei più antichi
è quello di Masino Verì, a punta Cavalluccio; un altro storico è quello di Capo
Turchino tra San Vito e Fossacesia. Importante è anche la catalogazione che è
possibile fare o in base al luogo di costruzione o in base al loro
posizionamento. Secondo la prima suddivisione abbiamo trabocchi di scoglio, di
molo e di fiume. Il secondo tipo si differenzia da quello di scoglio
esclusivamente per la mancanza della lunga passerella dal momento che sono
appoggiati direttamente sul porto. Quelli di fiume infine hanno una struttura
molto più semplice avendo una base a cilindro su cui si alza la volta a forma di
cono. I trabocchi possono inoltre essere denominati anche in base al vento e al
loro orientamento: avremo pertanto trabocchi di “levante” o di “maestrale”. Poco
altro sappiamo sui trabocchi, sebbene essi siano un’importante testimonianza
della storia dell’Abruzzo.
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