PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO: Grotta di Verrecchie
Le vacanze in Abruzzo fra le montagne del Parco Nazionale
d'Abruzzo.
La strada, che da Tagliacozzo sale a Cappadocia, quasi a metà percorso tra
il Comune di Cappadocia e la frazione di Verrecchie, scorre, per circa
trenta metri, sopra una cavità, che è conosciuta come grotta di Verrecchie o
di Petrella, ma soprattutto come grotta di Beatrice Cenci.
E' con quest'ultimo nome che si preferisce chiamarla, da quando Francesco
Domenico Guerrazzi, tra i suoi numerosi romanzi storici, per la verità molto
distante dalla perfezione manzoniana, pubblicò nel 1854, a Pisa, la Beatrice
Cenci, giovane e bella protagonista di una orrenda vicenda di odio, di
sangue, di amore, di morte,".. Nobile romana, vissuta nella seconda metà del
Cinquecento, figlia di Francesco, mostro disumano più volte incriminato per
i suoi vizi e rilasciato solo grazie alla sua ricchezza, Beatrice venne
rinchiusa dal padre nella rocca di Petrella Salto, nel Cicolano, insieme
alla matrigna Lucrezia Petroni.
Qui si innamorò del castellano Olimpio Calvetti e, non resistendo alle
angherie del padre, insieme con i fratelli Giacomo e Bernardo, lo fece
uccidere nel sonno dai sicari, per poi precipitarlo da un balcone, per
simulare una disgrazia. Ma il parricidio trapelò a Roma e il papa Clemente VII
volle che i membri della famiglia fossero processati e messi alla tortura. La
difesa tentò di insistere sul delitto di incesto, ma non riuscì a provarlo e
Beatrice fu condannata a morte con Giacomo e Lucrezia (Bernardo per la minore
età fu mandato alle galere) e decapitata davanti a ponte S. Angelo. Il suo
aspetto di fanciulla le aveva procurato la simpatia popolare e si disse che
l'accanimento papale fosse motivato dal ricco patrimonio dei Cenci, che venne
confiscato. Nel romanzo, Francesco Domenico Guerrazzi aveva commesso l'errore
di identificare la "Rocca Petrella nel regno di Napoli", con Petrella Liri,
invece che con Petrella Salto nel Cicolano, in provincia di Rieti, dove
effettivamente sorgeva la rocca della famiglia Cenci, di cui ancora oggi sono
visibili i resti. Cosi da quell'errore, è rimasto il nome della sventurata
famiglia alla grotta che si trova nei pressi dell'abitato di Petrella Liri.
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