ANTICO TRATTURO NEL PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO.
La natura prevalentemente montuosa
dell’Abruzzo ha favorito sin dall’antichità lo sfruttamento pastorale
di buona parte del suo territorio; l’allevamento ovino ha svolto
infatti per almeno tre millenni un ruolo determinante nell’economia
della regione lasciando un impronta duratura su diversi aspetti del
suo sviluppo storico, tanto da legare cosi strettamente alla
pastorizia transumante la cultura, la religione e inevitabilmente la
vita dei pastori e delle loro famiglie.
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Condizione essenziale di tale esistenza è
stato il sistema transumante che grazie a spostamenti stagionali tra
zone di montagna e di pianura ha sempre assicurato alle greggi pascoli
abbondanti e clima temperato. I pastori abruzzesi si sono diretti in
prevalenza verso il Tavoliere delle Puglie in minor misura verso la
campagna romana. Era il 1447 quando Alfonso I ° d’Aragona Re di Napoli
continuando l'operato di Federico II di Svevia che già nel 1200 aveva
istituito la “Dogana della Mena delle Pecore“ riprese ed ampliò
l’attività di allevamento “transumante“ delle pecore, organizzandola
sul modello della analoga “Mesta” spagnola , istituì i “Regi
Tratturi“ una rete viaria di circa 3000 km ordinata su tre grandi
direttrici: il tratturo L'Aquila - Foggia detto anche il
"tratturo del Re", il tratturo Celano - Foggia e il tratturo
Pescasseroli - Candela.
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La transumanza consisteva nello
spostamento stagionale del bestiame tra due zone di pascolo
complementari: una in montagna sfruttata lungo la stagione estiva,
l’altra in pianura, ottima per il pascolo invernale. Essa era resa
dunque essenziale da particolari condizioni climatiche ambientali che
non consentivano l’allevamento stanziale.Su
queste grandi vie d’erba larghe sessanta “passi napoletani“ (unità di
misura dell’allora Regno di Napoli equivalenti a circa 111 Mt.
attuali) transitavano nel ‘600 e nel ‘700 (i due secoli d’oro della pastorizia
transumante) circa tre milioni di capi di bestiame che
attivavano una florida economia grazie alla vendita delle
pelli, dei formaggi ma soprattutto dell’ enorme quantità di
lana che veniva immagazzinata nei locali della Dogana
della Mena delle Pecore a Foggia e venduta ad
acquirenti che arrivavano da tutto il Nord Italia ed anche
dal Nord Europa ad esempio dalle Fiandre, influenzando
così fortemente lo sviluppo dell’Abruzzo montano, dell’intero
Molise, di tutto il Tavoliere di Puglia e di parte della
Basilicata e della Campania. Tanto da legare cosi strettamente
alla pastorizia transumante la storia, la cultura, la
religione e inevitabilmente la vita dei pastori e delle loro
famiglie. Ripercorriamo a piedi lo stesso
tracciato che per secoli è stato effettuato da carovane
formate da centinaia di pastori, migliaia di pecore e dagli
inseparabili cani da pastore. La Cooperativa
Ecotur di Pescasseroli che organizza dal 1989 trekking
, escursioni ed attività didattiche legate in particolar modo
all’economia pastorale, alla visita degli stazzi dei pochi
pastori rimasti, assistendo alla lavorazione del latte secondo
le tecniche artigianali da secoli usate, da tre anni
ripercorre a piedi i regi tratturi. Quest'anno per la prima
volta viene proposto come attività escursionistica in
collaborazione con l’associazione la Boscaglia un
trekking di otto giorni che partendo da
Pescasseroli arriva a San Paolo di Civitate in
Puglia, dormendo in agriturismi ed in piccoli alberghi a
conduzione familiare. Scopri come è possibile effettuare un
viaggio nella storia, nella cultura e nella religiosità dei
nostri pastori.