Vacanza chiese d'Abruzzo: Duomo San Massimo L'Aquila.
E' la più grandiosa chiesa romanica della città. Fatta costruire nel 1287
per volontà dell' Eremita Pietro del Morrone, che vi fu incoronato papa il
29 agosto del 1294, risente fortemente dell' architettura romano-gotica
abruzzese per il prevalere dei piani, soprattutto nella facciata unitaria ed
imponente che costituisce la vera sostanza monumentale di tutto l' edificio.
|
|
La pietra locale di rivestimento bianca e rosa, in un gioco
policromo e geometrico, incastona i tre portali con i rispettivi rosoni di
raffinata fattura, tutti databili intorno al 1440. Di questi interessantissimi
per varietà di composizione e decorazione sono il portale ed il rosone centrale.
Nel primo di impostazione fortemente romanica, si riscontrano motivi gotici,
dati dai timpani cuspidali dalle colonnine tortili e dai pinnacoli. Anche l'
archivolto, a tutto senso, rigorosamente romanico, è scandito da 5 ritmi a
semiluna realizzati in leggero stile gotico realizzati in leggero stile gotico,
da figure angeliche, tortiglioni vagamente scanalati, foglie, fiori ed animali;
sotto la lunetta originale con affrescata la Madonna col Bambino. Il rosone, un
vero delicato merletto, sta in posizione principe rispetto ai due laterali sulla
facciata.
|
|
Questa ripartita geometricamente da cornici e lesene, presenta
una caratteristica peculiarità dovuta alle maestranze comacine che la realizzarono: la simmetria del terzo laterale sinistro più
stretto rispetto a quello destro produce da lontano, l' effetto ottico di
simmetria altrimenti improponibile.
Sul fianco sinistro della Basilica, dei caratteri spiccatamente romanici è
la Porta Santa, varcata da Celestino V il giorno della sua consacrazione:
ogni anno il 28 agosto, dopo il corteo storico della Perdonanza
Celestiniana, apre ancora i battenti a una folta folla di penitenti.
Costruita nella seconda metà del XIV secolo presenta nella lunetta
soprastante un singolare affresco degli ultimi del '300: in essa si
riconoscono la Vergine con il Figlio, S. Giovanni da un lato e dall' altro
S. Pietro Celestino. L' interno solenne, si data alla metà del XIV secolo,
quando cioè le originarie cinque navate furono tramutate in tre,
allargando ed allungando quella centrale. Il terremoto del 1703 la
danneggiò gravemente: fu così ingabbiata da pesanti sovrastrutture
barocche che nascondevano i poderosi pilastri ottagonali, le grandiose
ogive ed il soffitto a cassettoni, oggi tornati all' originario aspetto,
dopo il restauro ultimo nel 1972. Degni di nota sono: il pavimento
cosmatesco con disegno geometrico in pietra bianca e rossa che richiama la
facciata, lo stemma di Celestino V, sulla porta maggiore, in data 1669 e
in fondo alla navata destra, il mausoleo innalzato a S. Pietro Celestino
da Girolamo da Vicenza nel 1517, che ne conserva le spoglie. In seguito ai
lavori di ripristino sono riaffiorati affreschi di tre scuole: quella
veneta (metà secolo XIV) nelle nicchie della parete longitudinale destra,
raffiguranti "la Madonna tra S. Agnese e S. Apollonia",
"L'Assunzione e L' incoronazione della Vergine" e una "Crocifissione"; la
scuola tosco-marchigiana (secolo XVI) sulla parete retrostante la
facciata; e, in una nicchia della parete laterale sinistra, la scuola
umbro abruzzese tenuta da Francesco da Montereale, allievo del Perugino,
la cui "Madonna col Bambino e I Santi" risale alla prima metà del secolo
XVI. Dalla Basilica o direttamente dal piazzale si accede nell' ex
Convento Celestiniano; elegante chiostro ad arcate ogivali con annesso l'
antico refettorio affrescato. E' questo il vano più bello e
rappresentativo del complesso quattrocentesco dei frati celestiniani:
spartita da campane con volte a crociera e rafforzate da archi a tutto
sesto, risulta affrescata su tutta la volta e sulle pareti di fondo
probabilmente dalla mano di Saturnino Gatti ( sec. XVI) mentre decorate a
festoni sono le costolonature terminanti con chiavi di volta, dipinte
anch' esse e suddivise dal particolare motivo di 4 aquile con le ali
spiegate. Di mano e stile differente, ma pressoché della stessa epoca, è
l' affresco della parete interna dell' ingresso con "Deposizione dalla
Croce". Ex refettorio, la "Sala Celestiniana" è oggi destinata a
convegni e conferenze.