Vacanza tra i castelli d'Abruzzo: Castello di Balsorano L'Aquila.
Spingendosi lungo la statale 82, che da Avezzano sconfina nel Lazio
raggiungendo Sora, tra gli ultimi comuni dell' Abruzzo, si incontra Balsorano. È
diviso tra il paese moderno, ricostruito nella valle dopo il terremoto del 1915,
e l'antico comune di Balsorano Vecchio situato più in alto sulla montagna.
Arroccato su uno sperone di roccia che domina sulla Valle Roveto e sul fiume
Liri, il borgo è sovrastato dalla maestosa mole del castello Piccolomini
Il castello, così come si
ammira oggi, fu eretto, sulle fondamenta di altra antica e diruta struttura, da
Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II e genero di Ferrante Secondo, intorno
all'anno 1460.
Balsorano, in antico Vallis Sorana, come si legge nelle storie cassinesi di
Leoni Ostiense (1046-1115) e in altri documenti medioevali, venne considerato,
nel periodo romano un pago e nel medioevo come punto strategico della Valle
Roveto e della bassa Marsica, appartenente alla contea di Celano.
Dal Catalogo dei Baroni del Regno delle Due Sicilie, compilato al tempo dei re
normanni, risulta nel capitolo " Principato della Valle Marsa " che Rainaldo fu
conte di Celano e di Balsorano e di molti paesi e castelli abruzzesi. Prima di
Rainaldo furono padroni di queste terre altri signori della Marsica, maggiordomi
sotto l'impero di Lodovico II (844-871) i quali, successivamente ebbero il
titolo di conte e sottoposti ai Duchi di Spoleto.
Berardo I fu conte di queste terre nel 968. A lui successero nel 981 Rainaldo I
ed in seguito Rainaldo II che sposò Susanna figlia del principe di Capua, allora
uno dei maggiori feudatari del reame di Napoli. Il loro figlio Berardo II fu
conte dei Marsi, di Rieti e di Narni ed ebbe come successore Rainando III il
quale sposò Gesulfa (anno 1000), vedova del conte Landone di Teano e lasciò
conte dei Marsi suo figlio Odorisio. Questi prese in moglie Gervisa, figlia del
marchese Trasimondo ed ebbe in figlio Baldoino, primo conte di Balsorano,
ricordato nelle cronache di Montecassino del secolo XI..
Successivamente, come baronia, le terre di Balsorano passarono sotto il dominio
del contado di Celano fino ad Antonio Piccolomini, il quale, con i contributi
finanziari dello zio papa Pio II e del suocero Ferrante II d'Aragona, re di
Napoli, intorno all'anno 1465 volle ricostruire il castello di Balsorano,
assumendone anche la baronia.
Ad Antonio Piccolomini successero altri quattro blasonati con il nome di
Alfonso. Fu, poi, conte di Celano e barone di Balsorano Innico Piccolomini, il
quale morì, nel 1561 a Roma, dove fu sepolto nella chiesa di S. Maria del
Popolo. Egli lasciò unica erede la figlia Costanza, che sposò suo cugino Alfonso
V Piccolomini. Questa coppia non ebbe figli per cui la baronessa Costanza visse,
poi, separata dal marito. Nel 1572 costei vendette il feudo di Balsorano, con i
dipendenti casali e borghi di Morrea, San Vincenzo e San Giovanni Valle Roveto a
suo zio Giovanni Carlo Silverio Piccolomini. Con la morte di costui la baronia
di Balsorano rimase sempre alla stessa famiglia. Infatti, dal Libro curiale
delle visite pastorali che i vescovi di Sora facevano alle chiese di Balsorano,
risulta che nel 1663 era barone del luogo Ferdinando Piccolomini e nel 1711
Antonio IV Piccolomini.
Agli inizi del 1700 la famiglia dei baroni Piccolomini si estinse e la baronia
di Balsorano passò sotto il dominio del barone Testa, nobile romano i cui
discendenti si riapparentarono, in seguito, con i discendenti Piccolomini. Si
ebbero, pertanto signori del feudo nel 1723 Ferdinando Testa Piccolomini, nel
1753 Giovanni Ferrante Testa Piccolomini e nel 1767 ancora un Ferdinando.
L'ultimo dei Testa Piccolomini, a nome Tiberio, vendette, nel 1850, il castello
e le terre al possidente francese Carlo Lefebvre, il quale, per aver promosso le
industrie cartarie del Liri, nel 1854 fu fatto conte da Ferdinando II di Borbone.
Morto nel 1858 Carlo, il titolo, il castello e le terre rimasero al figlio
Ernesto che ebbe tre figli, tra cui Flavia. Costei sposò don Pedro Alvarez del
Toledo, marchese di Casafuerte.
Dopo la morte di entrambi il tutto passò al figlio Illan, che sposò una delle
più belle ed affascinanti donne dell'alta aristocrazia parigina. Fu proprio
questa stupenda signora la quale si assunse l'onere per la riparazione dei danni
causati all'antico maniero dal disastroso terremoto del 13 gennaio 1915. Nel
1929, intendendo la marchesa trasferirsi a Parigi, il castello e le terre, ormai
circoscritte nel solo territorio di Balsorano, vennero acquistati dalla famiglia
Fiastri-Zannelli, la quale, pur vivendo a Roma, seppe mantenere decorosamente
tutto il complesso per l'amore dell'arte e l'appagamento dei turisti.