Vacanza tra i castelli d'Abruzzo: Castello di Caporciano L'Aquila.
Storia:
Nel Catalogus Baronum (1156-1168) sono ancora pochi i centri abruzzesi indicati
come cashtellum. Successivamente a questa data il fenomeno dell’incastellamento
si diffuse però in maniera capillare su tutta la regione. Nel 1193 Galgano di
Collepietro, fratello di Derisio signore di Carapelle, ottenne il feudo
Caporciano, che allora contava quaranta famiglie..
E’ quindi quanto meno a
questo periodo da far risalire la nascita del recinto fortificato di Caporciano e
quindi la nascita dell’attuale abitato. Siamo alla fine del XII sec. E il
toponimo di Caporciano appare per la prima volta nel 1184. In un successivo
documento, riportato dall’Antinori, si legge che nel 1294 (anno di incoronazione
del papa Celestino V in S. Maria di Collemaggio) il re Carlo II d’Angiò prese
sotto la real protezione la chiesa di S. Cesidio, soggetta al Monastero di S.
Spirito a Maiella. Fu probabilmente un omaggio del papa appena eletto ai
confratelli del Morrone.
Quando nacque il “castello” di Caporciano, il convento
di Bominaco era comunque già prosperoso, questo confermerebbe la tesi dello
storico C. Vickham, secondo il quale l’incastellamento nella zona interna della
regione fu l’effetto diretto dei nuovi rapporti che si erano andati creando tra
il potere religioso e quello laico. I pochi documenti esistenti su questo
periodo non ci permettono di conoscere molto di questi anni. Tra i pochi dati
disponibili l’Antinori ci informa che nel 1444 due ospedali si unirono
all’ospedale maggiore dell’Aquila e che avevano possedimenti in Caporciano. Un
altro fatto, del tutto posteriore, può considerarsi più un aneddoto che altro.Riferisce
che nel 1522, esistendo delle controversie di confine tra l’Università di S. Pio
e Caporciano, i Signori della Camera Aquilana, diedero mandato ai rappresentanti
dei due comuni affinché procedessero a ricondurre la vertenza nei termini
essenziali, attraverso una scrittura, che consentisse ai giudicanti di poter
esprimere una valutazione equanime. Le controversie riguardano il possesso d’una
calcara e del territorio intorno a quella, nel luogo detto campo di Giovanni. Fu
poi sentenziato da essa Camera che tutti i territori e montagnole situati oltre
la terra Caporcianese, ove erano vestigia di vecchie calcare, e verso il
Castello di Carapelle, e sopra le vie per le quali si va all’Aquila e a
Carapelle, fossero per l’avvenire comuni delle due università di Caporciano e di
S. Pio. “Talchè qualunque degli uomini dell’una e dell’altra parte ne potessero
far uso in pascolare bestiame, tagliar legni fare calcine senza impedimento, e
conseguentemente senza che si potessero locare o alienare i terreni cogli
erbaggi a riserba, salvo se lo facessero tutte due l’università. Tutti i
territori poi verso Civita Ardenga e Capestrano, al di sotto della via per cui
si va a Carapelle, restassero nella proprietà e nel possesso dell’Università di
Caporciano”.