Vacanza tra i castelli d'Abruzzo: Forte Spagnolo (1527) L'Aquila.
Costruito a spese degli Aquilani, condannati ad espiare così il
loro ardimentoso gesto di rivolta del 1527, ebbe a pretesto la volontà dell'
invasore di garantire sicurezza alla guarnigione spagnola e obbedienza nella
popolazione, ma in realtà fece parte di un più ampio progetto di fortificazioni,
realizzato in tutto il territorio acquisito alla Corona di Spagna.
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Fu scelto all' uopo il punto più elevato della città dove, nel
1401, era già stata fatta erigere una rocca e, nel 1530, fu dato il via ai
lavori, che alacri procedettero fino al 1549, per poi proseguire stancamente
fino al 1567, anno in cui, forse per mutate condizioni politiche, sgravata la
città dallo spietato tributo impostole, si arrestarono del tutto, malgrado l'
incompiutezza dell' opera. Un vasto parco, di cui la parte rivolta verso la
Fontana Luminosa adibita a giardino all' italiana, uno dei rari esempi nell'
Italia centro-meridionale, circonda oggi la ciclopica costruzione, protetta a
sua volta, da un grandioso fossato di difesa profondo 14 metri e largo 23,
destinato, in caso di emergenza, ad essere inondato: esso, però, non fu mai
riempito.
Lo attraversa, un ponte fisso a quattro arcate, in pietra e
muratura, che dal 1846 sostituisce l' antico semilevatoio in legno: per mezzo di
esso si raggiunge a ponente l' unico elegante portale di accesso.
Particolare sconcertante e deplorevole: per la sua realizzazione furono
utilizzate pietre inopinatamente prelevate dal teatro Amiternum,
località archeologica di rilievo non distante dalla città.
La rigorosa architettura del Forte Spagnolo ha nelle essenzialità delle
sue linee un' eccezionale potenza espressiva: tanto essa si erge da terra,
per quanto si sviluppa sotto terra. Ogni lato misura ben 130 metri, è
costruito sulla viva roccia e tutta l' ampia fronte esterna è in
travertino. Ha pianta quadrata, con quattro possenti e, nello stesso
tempo, snelli bastoni agli angoli. Presenta nelle mura spessori notevoli,
che vanno dai dieci metri alla fondazione ai cinque metri alla sommità
della cortina ed è assolutamente privo di elementi decorativi, ridotti a
quanto di più austero e semplice possa immaginarsi: un' alta zoccolatura e
semplici cornici doriche.
L' aspetto esterno tradisce lo scopo e l' uso strettamente militare che ne
hanno motivato la costruzione: fossato, bastioni, cortine chiuse esprimono
senza equivoci il sistema di difesa e di sbarramento che si celava fra le
spesse mura. Malgrado il cipiglio minaccioso, però, la fortezza non è
stata mai, attraverso i secoli, interessata da fatti notevoli, svisata via
via nell' interno della costruzione da edifici privi di qualsiasi
interesse artistico e destinati unicamente a caserme fino alla
devastazione della seconda guerra mondiale. Oggi il castello, a seguito di
notevoli, preziose opere di restauro, che lo hanno liberato in gran parte
da sgradevoli sovrastrutture, si presenta nel suo aspetto storico
migliore. Il portale d' ingresso, dalle raffinate forme rinascimentali è
l' unico segno di gentilezza ed eleganza che si apprezzi dall' esterno: la
trabeazione sovrastante le due arcate contigue, di diversa altezza, sotto
le quali scorreva la saracinesca di raccordo all' ultima campata del
ponte, è sormontata da un ricco fastigio che racchiude lo stemma di Carlo
V e porta essa stessa, inserita nel fregio, una lunga iscrizione con i
dati e i nomi relativi alla realizzazione dell' opera. Lo scritto, però,
non attesta tutta la verità, ma è esatto solamente nella prima parte dove
ricorda che la fortezza, ordinata dal vicerè don Pedro di Toledo, marchese
di Villafranca, fu iniziata da Pitto Luigi Scrivà, mentre la boriosa
conclusione... "terminata dal prefetto Gerolamo Xarque nel 1543" è
smentita da dati storici che vanno oltre il 1549 e, per di più, l' opera
non fu mai conclusa, nè mai impiegata. All' interno, il severo porticato
sul lato di levante del cortile, con il loggiato sovrastante la scala di accesso
ai piani superiori, gli ambienti del piano nobile e numerosi altri locali sono
stati ristrutturati e resi idonei ad accogliere istituzioni varie di indirizzo
scientifico e culturale, con pieno rispetto dal carattere monumentale dell'
edificio stesso. E' così che il Castello Cinquecentesco ospita oggi felicemente
con le sue attrezzature e i suoi laboratori L' ISTITUTO DI GEOFISICA del
Consiglio Nazionale delle Ricerche; poi nel bastione a nord-ovest, con ingresso
dal cortile in fondo a destra, ricavato da una "casamatta", sta il
frequentatissimo Auditorium, di cui pregevole è l' acustica perfetta della sala.