Vacanza tra eremi d'Abruzzo: culto della Dea Bona.
Un'ulteriore
testimonianza della sacralità delle grotte e della continuità cultuale
rilevabile nella regione e’ la Grotta di S. Angelo, nei pressi di
Palombaro, sempre sulla Majella. Si suppone che l'antro fosse un santuario
dedicato al culto di Bona, dea della fertilità: secondo la leggenda,
il bagnarsi le mammelle con l'acqua che sgorga all'interno della grotta
avrebbe favorito l'abbondanza di latte.
A tale culto si sarebbe sovrapposto poi, con la cristianizzazione, quello di
Sant'Agata, preposta dalla devozione popolare appunto a tale abbondanza.
La sacralità del luogo e’ testimoniata infine dai resti, sorprendenti, di
un'antichissima chiesetta medievale, costruita fra l'XI e il XII secolo, nel
punto più interno della grotta, dove uno sperone roccioso sporgente dal
terreno innalza una specie di piattaforma irregolare. Per oltre un
millennio, sia in epoca italica che romana, Ercole fu tra le
divinità più venerate in Abruzzo..
Nel culto tributatogli dalle popolazioni abruzzesi, sembra quasi riemergere
la memoria degli antichi pastori-guerrieri e cercatori di metalli
provenienti dall'Oriente, il cui impatto civilizzatore con le popolazioni
neolitiche indigene provocò una sorta di rivoluzione culturale.
Il tempio più importante ed insigne, nell'antichità come oggi, e’
certamente quello presso Sulmona, dedicato al culto di Ercole
Curino, divinità assai cara ai pastori precristiani e che, durante la
grande rivolta delle popolazioni italiche contro Roma, divenne il massimo centro
religioso degli insorti, riuniti nella Lega Italica.