Vacanza tra eremi d'Abruzzo: culto San Michele Arcangelo.
Con la diffusione del cristianesimo, ad Ercole -
nel ruolo di divinità prediletta dal mondo pastorale centro-meridionale -
subentrò l'Arcangelo Michele. Nella devozione popolare, egli fu
rappresentato come un giovane santo-guerriero, uccisore del dragone, cioè
debellatore delle forze maligne. In sostanza, dunque, anch'egli un eroe cultuale
come l'Ercole precristiano.
La strettissima analogia iconografica che collega le due divinità dimostra come
nella religiosità popolare abruzzese il culto di Ercole si sia conservato
pressochèintatto, semplicemente subentrando nella nuova cornice rituale
cristiana, e trasferendo sull'Arcangelo Michele gli attributi propri della
divinità precedente.
In Abruzzo, le grotte dedicate al culto di S. Michele Arcangelo, o S.
Angelo, sono decine, disseminate lungo tutta la dorsale appenninica.
IQuesta grande diffusione che il culto dell'Arcangelo consequì nella regione fu certamente
sostenuta dal carattere di continuità che esso realizzò con i precedenti riti in
grotta pagani.
Non a caso, infatti, esso subentrò in molte grotte che la tradizione popolare
già segnava come "sacre" perché legate a culti precedenti. Testimonianze di riti
di fecondità, di adorazione delle rocce e delle acque, e - come nel caso della
importantissima e quanto mai suggestiva Grotta S. Angelo di Ripe di Civitella del Tronto - anche tracce di
sacrifici umani e di cannibalismo rituale documentano la persistenza
ininterrotta per migliaia di anni delle funzioni religiose e rituali di tali
ambienti, in un quadro di continuità cultuale grandioso, misterioso ed
affascinante.